L’allestimento della mostra “Nel segno di Afro” è inteso anche come occasione per affrontare il ripristino degli apparati espositivi delle sale 1 e 2 (TAV.01) al piano terreno di Palazzo Ricchieri.
Con queste finalità si predispongono i seguenti interventi che hanno come elemento progettuale comune la ricerca di maggiore funzionalità e razionalità degli spazi che ora presentano alcune carenze.
Tutte le superfici murarie delle due sale e i rispettivi controsoffitti vengono dipinti di una tinta grigia in modo tale da uniformare l’ambiente e mimetizzare le sue irregolarità, dando così risalto alle opere da esporre.
Alcuni tratti di parete vengono attrezzati con nuove pannellature espositive concepite come arredo fisso permanente. Nello specifico si tratta di elementi ad “L” costituiti da pannelli in MDF dipinti con una pittura all’acqua opaca e fissati a muro tramite correnti in legno (TAV. 01-02°-02b-02c). Mentre il piano verticale, corredato in testa da una guida con cavetti per l’ancoraggio di quadri, diventa superficie espositiva per dipinti e disegni, il piano orizzontale, sospeso a 10 cm da terra, funge sia da dissuasore per il visitatore sia da piano per l’esposizione di opere poste su piedistalli o teche.
Nella prima sala la vetrina che si apre sotto portici del corso viene risolta con un sistema di pannelli scorrevoli tamburati e dipinti di grigio (TAV. 01-07°-07b) che permettono sia di usufruire della vetrina esterna sia di ottenere un’unica superficie espositiva interna che trova continuità nei nuovi pannelli.
Inoltre l’impianto illuminotecnica di entrambe le sale viene sostituito con nuovi binari e corpi illuminanti adeguati.
Per custodire le sculture esposte nella mostra si predispongono diverse strutture mobili: sette teche protette da vetro (TAV. 01-03°-03b-03c) e tre piedistalli di varia forma e dimensioni (TAV. 01-04-06) tutte realizzate in MDF dipinto. Delle sette teche, tre hanno dimensioni 60x60x105 cm con copertura in vetro alta 60 cm, le altre quattro sono più piccole, ovvero 45x45x105 cm sempre con protezione in vetro alta 60 cm. Il vetro è di tipo stratificato, antiriflesso e pellicolato ed è assemblato tramite 4 dadi angolari in plexiglas.
L’allestimento della mostra prevede l’utilizzo di due colori identificativi, il rosso (Arreghini 224 A) destinato ai disegni di Afro Basaldella e alle sculture dei fratelli Dino e Mirko e il grigio (Areghini 4202 T) destinato alle opere di confronto. Questo principio coloristico diventa linea guida per l’esposizione delle opere: rossi sono i nuovi pannelli a muro che accolgono i disegni giovanili di Afro, opere centrali della mostra, e le cinque teche contenenti le sculture di Dino e Mirko Basaldella; mentre il grigio su pareti, teche e piedistalli, identifica le opere di confronto (disegni, dipinti, sculture) di autori loro contemporanei.
Nella terza sala, alla sinistra dell’androne d’ingresso, la mostra presenta una sezione didattica dedicata alla lavorazione artistica della terracotta e legata alle fornaci Catarossi di Reana del Rojale da cui provengono due terrecotte (I due fornaciai), opere giovanili dei fratelli Basaldella, recenti acquisizioni del Museo. La sala, lasciata bianca per distinguerla dalle due precedenti, espone opere e materiale di confronto e ambientazione: varie sculture sui tre piedistalli grigi, materiale in laterizio proveniente dalla fornace e documenti fotografici a parete.
Nell’androne, in posizione centrale, le due sculture in terracotta dei fornaciai vengono esposte su un piedistallo in muratura a secco (TAV.01-05°-05b), chiaro richiamo all’ambiente di provenienza. Faranno da sfondo alle due sculture tre tele grigie tese da soffitto a pavimento e fissate con elementi progettati ad hoc (TAV. 01-05a).
Dietro a queste verrà predisposto uno spazio per un’installazione video , opera di Massimo Poldelmengo.