Cappella del Cristo nella chiesa dei Santi Ilario e Tiziano

Il recente restauro del pregiato crocifisso ligneo della fine del XV secolo, ad opera della dott. ssa Valentina Scuccato in collaborazione con la Sovrintendenza alle Belle Arti di Udine, ha da subito posto la questione della sua ricollocazione all’interno della chiesa di Sant’Ilario e Taziano, considerando la precedente posizione non soddisfacente sia in termini liturgico-spirituali sia per il valore che la stessa opera d’arte rappresenta. La necessità di individuare un luogo adatto, un luogo di silenzio e adorazione, di contemplazione e preghiera che ne permetta appieno la lettura e il godimento, ha generato una riflessione più ampia sugli spazi della chiesa.

Finalità dell’intervento

Il progetto per la nuova cappella feriale non solo si propone di dare una risposta ad esigenze funzionali quali un’ adeguata collocazione del crocifisso e la dotazione di uno spazio dedicato alle celebrazioni feriali con il conseguente risparmio energetico che ne deriva, ma intende anche creare un luogo che rappresenti e soddisfi le aspettative e le modalità di un vivere contemporaneo della fede in sintonia con gli adeguamenti liturgici promossi dal Concilio Vaticano II, intende recuperare un patrimonio artistico del nostro territorio rendendolo fruibile al fedele e anche al turista che trova nella chiesa di Sant’Ilario e Taziano e nel suo contesto una significativa meta culturale, con le conseguenze che ciò potrà portare in termini di ricaduta sul territorio.

Il progetto

Nella consapevolezza che un’opera che non può essere goduta e fruita appieno rischia di essere dimenticata, a prescindere dal suo valore storico artistico e spirituale, il progetto interviene sulla piccola aula sul lato Est dell’abside e ne plasma lo spazio sulle forme e dimensioni del crocifisso.

Il progetto, che ha già ottenuto il Nulla Osta dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, fonda le sue radici sulla ricerca storica e sulla comprensione delle fasi di costruzione della chiesa, e più nello specifico della cappella laterale, rispettando l’organismo architettonico storico e le preesistenze (si lavora sull’ampliamento operato negli anni ’60).

Il progetto, tramite l’eliminazione del corpo scale e del solaio permette la definizione di uno spazio unitario a doppia altezza nel quale si inserisce una nuova figura inscritta all’interno dell’involucro architettonico esistente. 

Questo sistema, formato da strutture e partizioni che si piegano a guisa di una nuova pelle, creando uno spazio articolato seppur unitario, modulato da altezze diverse del soffitto e dalla luce naturale. Un rivestimento in pannelli lignei, dietro ai quali si nasconde uno strato di isolamento termo-acustico, avvolge le pareti del nuovo volume in continuità con il soffitto per dare forma ad una “cupola” rettangolare che poi piega creando un sensibile ribassamento lungo la parete esterna della cappella, a segnare il percorso verso l’altare. La luce delle finestre esistenti viene modulata dallo stesso rivestimento che, pur mantenendo il suo ritmo modulare, in prossimità delle aperture, adotta specifici accorgimenti per creare una zona più buia e generare una gerarchia di spazi e atmosfere. Nella penombra dell’aula l’occhio viene attratto dalla luce zenitale che illumina il fondo della cappella, la zona absidale, dove si staglia, sospeso dall’alto, il “crocifisso ritrovato”. Fa da sfondo al Cristo un setto continuo che, ergendosi fino alla copertura incontra un ampio lucernaio dal quale filtra la luce che bagna il presbiterio ed il crocifisso. Il fondale absidale è impreziosito da un rivestimento dorato, capace di far vibrare e sfaccettare la luce che lo colpisce. 

I materiali impiegati sono pochi e naturali, il legno adottato per i rivestimenti ha il duplice compito di scaldare cromaticamente l’aula e di lavorare acusticamente, la pietra adottata per la pavimentazione e per altare ed ambone viene impiegata con lavorazioni differenti in modo da poter giocare sulla matericità del materiale.

  • Progetto

    Davide Raffin, Giulia Iseppi Perosa, Riccardo Crotti, Roberto Moret, Giuseppe Carniello

  • Località

    Pordenone

  • Anno

    2019-2023