La villa Altan testimonia in modo emblematico le radici profonde della cosiddetta “civiltà delle ville venete” non solo per la logica territoriale della sua ubicazione, ma anche per la stretta aderenza alla tipologia della villa, mantenuta coerentemente nelle fasi di trasformazione. Infatti sull’originale impianto tardoquattrocentesco si è sovrapposta una ristrutturazione tardocinquecentesca, post-serliana.
Il recupero della villa è stato attuato seguendo i criteri convalidati dalla cultura architettonica del restauro conservativo, per cui si è proceduto al consolidamento strutturale, all’eliminazione del solaio che impropriamente divideva la sala centrale a doppia altezza e dei volumi esterni al rettangolo di pianta, costruiti in epoche recenti e alla messa in luce delle grandi serliane simmetriche.
L’edificio rustico contiguo è stato oggetto di una ristrutturazione radicale che ha riproposto in termini volumetrici e figurativi un tratto dell’antica barchessa, operando, tuttavia, uno stacco dal volume della villa in modo tale da preservarne la visione autonoma. Viene riproposta la tipologia tipica delle barchesse venete: sviluppo seriale delle finestrature, porticati a sud, tetto a due falde.